Dakota

La Gilera Dakota, presentata nel 1986 e commercializzata fino al 1990, aveva installato un nuovo propulsore di chiara derivazione automobilistica con 4 valvole e doppio albero a camme, il fiore all’occhiello della Gilera. Con una linea troppo innovativa per l’epoca, nel 1987 fu presentata la versione ER, parecchio snellita (13 L di serbatoio). Aveva la linea della classica da raid, pur avendo un notevole peso, circa 165 kg, ma con caratteristiche uniche, che poi furono riportate, con mezzi diversi, anche sui successivi modelli.

Innanzitutto il peso, centrato (84 all’anteriore e 99 al posteriore in ordine di marcia), con il motore posto a 30 cm da terra, offre un bel baricentro, in cui si può eccedere in una guida stradale e per non disdegnare gli sterrati. Su strada, vista la sua linea curata per avere un buon impatto aerodinamico, si può dire che ha un buon carattere, buona direzionalità con una discreta frenata, certo pensata per il fuoristrada ma curata per avere degli spazi leggermente ridotti, sapendo che monta un impianto ibrido disco-tamburo, che usati opportunamente e senza sovraccaricare la moto portano ottimi risultati. Si distingue per la frenata morbida ma decisa all’occorrenza.

Telaisticamente simile alle sorelle maggiori, da notare, come un buon enduro richiede, un’ottima aderenza all’anteriore, con una buona trazione, insomma davanti è un piombo, è difficile metterla in crisi, mentre dietro si gestisce bene, certo il motore dice la sua, ma sempre controllabile.

I consumi sono contenuti e insieme alla capacità del serbatoio (23 L), ha un’autonomia di 380 km usando tutti i 7500 giri del motore, e in condizioni normali si avvicinano ai 450 km. Il peso la fa da padrone con un’andatura a passo d’uomo, pur avendo una velocità di punta poco superiore ai 135 km/h, la sua impronta a terra fa sì che si abbia sempre la moto in assetto, pur eseguendo manovre d’emergenza non troppo impegnative. Fondamentalmente una moto che, presentata in anticipo rispetto ai tempi, faceva la sua figura, poco capita, ma con l’avvento dell’RC si capì a chi avesse trasmesso tutta la sua verve. Costruita in 2 versioni, il 350 è molto valido e con carattere, ma il 500 dà la giusta impronta alla guida, ed è il predecessore del famigerato 558. Il 500 è un motore pieno di coppia con uno spunto eccellente, i suoi cavalli (41) si fanno sentire…Tutto sommato è la mamma del Bi4, che iniziò la nuova era di un motore che ancora oggi nel Motard (in Francia con il Nordwest) trova appassionati per l’enorme potenzialità di serie che si trovava a disposizione.