Il vero spirito della dakar

Aperto da fanelliale, 08 Agosto 2017, 18:50:50

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Tgm50

Citazione di: pippi il 25 Dicembre 2020, 17:14:57
Salve Beppe,
Mi viene da fare una domanda. Secondo lei, il livello della preparazione tecnica e atletica dei piloti attuali, mi riferisco a coloro che navigano nelle posizioni di testa, e' analogo a quello di 20-25 anni fa,oppure trova delle differenze? Visto che , essendo ancora ampiamente introdotto nel settore agonistico, vede anche il livello di altre discipline sportive motofuoristradistiche?
Carissimi saluti e Auguri a Tutti.

Dare una risposta corretta a questa domanda non é facile, sono cambiate talmente tante cose negli ultimi trent'anni che adesso non si può fare un paragone corretto. A livello fisico penso che gli attuali piloti siano sicuramente più preparati, adesso esisto professionisti delle due ruote sempre monitorati da personal trainer e con sistemi di alimentazione mirati a qualsiasi tipo di sforzo fisico e mentale non paragonabile al periodo degli anni ottanta. PERÒ sono convinto che i Dakariani di allora avevano qualcosa in più nella mente, quel qualcosa che ti faceva arrivare a fine tappa anche con le ossa rotte (come Auriol o Marinoni G.P.) giunti a Dakar con la sola determinazione e forza mentale, ma con il fisico a pezzi. Oggi tutto ciò non sarebbe possibile perché quasi sicuramente i medici dell'organizzazione li fermerebbero prima. 

Diamoci del TU é meglio, siamo tutti ammalati di moto e motori e le differenze di età non contano

pippi

Grazie Beppe per la "tua visione", sicuramente più competente ed "introdotta" di quanto può essere quella di un " telespettatore".....non più giovanissimo.
Come in quasi tutte le attività sportive agonistiche attuali ,visti anche gli investimenti in ballo,si concede il meno possibile all'improvvisazione. Pero' la mia ,personalissima, sensazione è che forse 25 o 30 anni fa era proprio la capacità di adeguarsi a quanto si incontrava durante la gara....probabilmente con risorse inferiori , che faceva la differenza.....Monsieur Dakar, con altri mezzi, ancora " gliel'ammolla"......alla grande....da qualche parte avrà imparato ?!
Grazie Beppe .

Tgm50

Ancora delle foto al traguardo è le classifiche ufficiali, che senza le 12 ore di penalizzazione (un po' ingiuste) sarebbero risultate ottime.

Tgm50

Con questa fotografia delle premiazioni si conclude il racconto della mia Parigi Le Cap, sicuramente la corsa Africana più completa, sia a livello sportivo (terreni di tutti i tipi, dalle pietraie della Libia per passare al deserto del Ténéré, alle piste ombrose e infangate del Congo, e finire sulle strade polverose della Nabibbia fino al Sudafrica) ed anche a livello di clima, partiti dalla fredda Parigi in inverno per arrivare a Città Del Capo in piena estate. In coda le foto della moto utilizzata, ora totalmente restaurata e riaddobbata come allora con tutti gli adesivi originali, ed anche l'abbinamento di allora.

Matte

Complimenti per tutto, il resoconto, il risultato, la moto risistemata ed anche la tuta [banana] :moto
Ciao
Paolo
Perché sono qui? Gilera KZ 125

Tgm50

Il prossimo racconto riguarda la Dakar del 1993 corsa con la Kawasaki 550 bicilindrica allestita sempre da Silvio Fatichi per il team Assomoto

alex67

SPET-TAC-CO-LA-RE !
Interessante l'esperienza con una bicilindrica media...Dall'equipaggiamento mi pare tutto molto avvincente!
Attendo con ansia!
:beer: :ok: :ita :moto
Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo

yumax

davvero un esperienza unica la tua.
Complimenti Beppe.  [first]

Poi un giorno spero gi poter vedere il tuo museo finito, deve essere spettacolare.


RC_true

Grazie Beppe per questo emozionante racconto!
Colgo l'occasione per augurarti un 2021 spettacolare come le tue partecipazioni alle Dakar!

alex67

Recentemente ho avuto occasione di ascoltare una intervista ad Edi Orioli ....
Fece attraverso le domande del cronista di turno un rapido excursus sulla Dakar ai tempi in cui Orioli, Picco , Neveau ed altri ancora erano i protagonisti di una avventura oltre che di una gara che aveva tutt'altra fisionimia rispetto a quello che oggi è la Dakar.
Egli parlò del fatto che si arrivava e ci si doveva realmente adattare per tutto : sistemazione , rancio e via dicendo mentre oggi è tutto diverso doccia , motorhome o struttura similare con aria condizionata e via dicendo.
All'epoca ci si doveva realmente costruire una bolla in cui vivere per tutta la durata della gara. Essere forti fisicamente e mentalmente per sopportare tutto lo sforzo e poi una capacità di navigazione diversa. Aveva citato il problema della bussola che non stava mai ferma per le vibrazioni e le molteplici difficoltà che ad ogni passo si incontravano.
Nulla era normale e semplice alla Dakar e tutto assumeva un aspetto diverso.
Molto affascinante e molto interessante sentire certe cose dalla voce di uno che all'epoca era uno dei tanti protagonisti di una avventura più che di una competizione dove forse il primo avversario era l'ambiente e poi gli altri mezzi e gli altri piloti .
Accorpare queste notizie alle perle preziose di Beppe beh ....è un vero privilegio
GRAZIE !
:grazie1000:
Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo

Tgm50

Citazione di: alex67 il 18 Gennaio 2021, 14:57:03
Recentemente ho avuto occasione di ascoltare una intervista ad Edi Orioli ....
Fece attraverso le domande del cronista di turno un rapido excursus sulla Dakar ai tempi in cui Orioli, Picco , Neveau ed altri ancora erano i protagonisti di una avventura oltre che di una gara che aveva tutt'altra fisionimia rispetto a quello che oggi è la Dakar.
Egli parlò del fatto che si arrivava e ci si doveva realmente adattare per tutto : sistemazione , rancio e via dicendo mentre oggi è tutto diverso doccia , motorhome o struttura similare con aria condizionata e via dicendo.
All'epoca ci si doveva realmente costruire una bolla in cui vivere per tutta la durata della gara. Essere forti fisicamente e mentalmente per sopportare tutto lo sforzo e poi una capacità di navigazione diversa. Aveva citato il problema della bussola che non stava mai ferma per le vibrazioni e le molteplici difficoltà che ad ogni passo si incontravano.
Nulla era normale e semplice alla Dakar e tutto assumeva un aspetto diverso.
Molto affascinante e molto interessante sentire certe cose dalla voce di uno che all'epoca era uno dei tanti protagonisti di una avventura più che di una competizione dove forse il primo avversario era l'ambiente e poi gli altri mezzi e gli altri piloti .
Accorpare queste notizie alle perle preziose di Beppe beh ....è un vero privilegio
GRAZIE !
:grazie1000:

Mi dispiace di non aver continuato il racconto delle mie Dakar, ma in questo strano momento storico dovuto a questa pandemia sono stato impegnato con tanti lavori che avevo sempre rimandato. Poi anche la nuova Dakar mi ha distratto parecchio, ho seguito tutti i giorni le gesta di un ragazzo molto vicino alla mia famiglia che partecipava alla maratona in Arabia Saudita, e nonostante si sia ritirato solo dopo poche tappe, ha continuato a raccontarci la corsa degli altri piloti con video e interviste molto interessanti.
Prima possibile ricomincerò con nuovi episodi della Vecchia Dakar Africana.

pippi

Salve Beppe,
Rally POV ci ha mostrato cose molto interessanti , che diversamente si fa fatica a vedere.
La tua esternazione relativa al bicilindrico Jappo mi salverà dall' espulsione dal forum , senza fare troppa pubblicità, ho anche un KLE in garage.....  :vin:

alex67

Le esperienze , le emozioni e le sensazioni di chi ha vissuto una simile avventura (la Dakar è una avventura che coinvolge a 360°) sono utili per comprendere tutto il carisma della manifestazione degli uomini che partecipandoci l'hanno animata.
Per me si tratta di una vera magia ed è davvero emozionante leggere certe pagine di storia che trasmettono cose importanti.
Complimenti per aver vissuto e trasmesso anche a noi queste perle non solo di sport ma di vita !
GRAZIE !  :ita :good: :good: :good:
Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo

bigbore

#208
Ho sbagliato topic, volevo mettere questo post dove si parlava della dakar di picco se qualche mod o admin lo sposta....

le parole di franco picco su gilera:

"Due cose diverse, perché si correva il Faraoni in preparazione alla Dakar. Ma era comunque una gara importante. Il team di punta di Yamaha era quello francese della Sonauto, ma noi avevamo comunque un'ottima organizzazione e la vittoria dava l'impressione di essere un atto dovuto. In Gilera invece era tutto più familiare, più amichevole. Mi ricordo che la squadra corse era a Velate a pochi chilometri da  Arcore. Però poi decisero di investire nella velocità e di lì a poco, visto che i risultati non arrivavano, chiusero tutto..."

intervista completa qui: https://heavyrider.corriere.it/2021/03/02/picco-vado-a-cavallo-e-preparo-la-30-dakar/
"Ecci alcuni che altro che transito di cibo e aumentatori di sterco chiamar si debbono, perché per loro alcuna virtù in opere si mette; perché di loro altro che pieni e destri non resta".

Bertossido

Mamma mia che storie che stai condividendo..ho scoperto il post solo ieri ma mi sono letto tutto di fila ..e mi sembrava di essere li anche io nel nel deserto.. grazie per I tuoi racconti dakariani